Curiosità

L'Inter è stata l'unica squadra italiana a non passare in serie B, è sempre stata in serie A.

Formazione

portieri 2008/09
1 Toldo Francesco
12 Soares de Espindola Julio Cesar
22 Orlandoni Paolo
 
difensori 2008/09
2 Cordoba Ivan Ramiro
4 Zanetti Javier
6 Scherrer Cabelino Maxwell Andrade
13 Sisenando Maicon Douglas
16 Burdisso Nicolas Andres
23 Materazzi Marco
24 Rivas Lopez Nelson Enrique
25 Samuel Walter Adrian
26 Chivu Cristian
37 Mei Andrea
39 Santon Davide
 
centrocampisti 2008/09
5 Stankovic Dejan
7 Madeira Caeiro Figo Luis Filipe
11 Jimenez Luis Antonio
14 Vieira Patrick
15 Dacourt Olivier
19 Cambiasso Esteban Matias
20 Muntari Sulley Ali
33 Faioli Amantino Alessandro "Mancini"
36 Bolzoni Francesco
77 Andrade Quaresma Bernardo Ricardo

attaccanti 2008/09
8 Ibrahimovic Zlatan
9 Cruz Julio Ricardo
10 Leite Ribeiro Adriano
18 Crespo Hernan Jorge
21 Nsofor Victor Obinna
45 Barwuah Balotelli Mario

Storia della squara

Il Football Club Internazionale Milano nasce al ristorante "L'Orologio" la sera del 9 marzo 1908 da una costola di 43 dissidenti del presistente Milan Football and Cricket Club, il quale, in seguito al divieto di far giocare calciatori stranieri, aveva deciso di non partecipare a nessun torneo nazionale. Il nome scelto per la nuova squadra vuole simboleggiare la volontà cardine della società: dare la possibilità a giocatori non italiani di vestire questa maglia. Tuttora l'Inter si contraddistingue ogni anno per avere in rosa una folta rappresentanza straniera.

La prima Inter datata 1908 L'Inter vince il suo primo scudetto nel 1910, cui seguono delle stagioni fiacche; lo scoppio della Prima guerra mondiale interrompe ogni attività sportiva, che viene ripresa nel 1920, anno che vede l'Inter prevalere per la seconda volta.

Con l'arrivo del "Ventennio" l'Inter, simboleggiata in questo periodo dall'estro di Giuseppe Meazza, si trova costretta ad adeguarsi alle ragioni di partito: al PNF non piace il nome della società, troppo poco italiano e soprattutto drammaticamente uguale al nome della Terza Internazionale Comunista. Così nel 1928 l'Inter si fonde con l'Unione Sportiva Milanese e assume la denominazione di Società Sportiva Ambrosiana, poi mutata in Ambrosiana-Inter, che manterrà fino al 1945. Con questo nome vincerà tre scudetti (1930, 1938 e 1940) e la sua prima Coppa Italia, nel 1939.

Dopo la guerra, ci sono vari anni a corrente alternata, come un secondo posto nel 1948/49, la stagione della tragedia di Superga, dietro al Grande Torino, per poi arrivare alle due affermazioni consecutive del 1952/53 e del 1953/54 sotto la guida di Alfredo Foni. Grandi calciatori di questo periodo sono Benito Lorenzi, Lennart Skoglund e István Nyers.

Nel 1955 arriva alla presidenza Angelo Moratti. Dopo alcuni anni di assestamento, durante i quali Antonio Valentin Angelillo stabilisce il record di segnature per tornei a 18 squadre (ben 33 reti nel 1958/59), arriva all'Inter dal Barcellona il mago Helenio Herrera: nasce la Grande Inter di Giacinto Facchetti, Mario Corso, Luis Suarez e Sandro Mazzola, figlio del grande Valentino. Questa vincerà tre scudetti in quattro anni (perdendo il quarto allo spareggio contro il Bologna), tra cui quello della stella nel 1965/66, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.

Nel 1968, alla fine del ciclo, se ne vanno sia Moratti che Herrera. La presidenza passa a Ivanoe Fraizzoli, che tornerà a vincere lo scudetto nel 1970/71, con Giovanni Invernizzi in panchina e con Boninsegna capocannoniere. Nel 1978 l'Inter vince di nuovo dopo 39 anni la Coppa Italia, trionfo ripetuto nel 1982, e nel 1980 il suo dodicesimo scudetto: Bordon, Altobelli, Beccalossi e Oriali le bandiere dell'epoca.

Nel 1984 diventa presidente Ernesto Pellegrini, che compra campioni come Karl Heinz Rummenigge e Vincenzo Scifo e porta a Milano l'allenatore Giovanni Trapattoni. Nel 1989 arriva un nuovo scudetto, con una squadra che firma il record di punti per il campionato a 18 squadre (58), e l'anno dopo la prima Supercoppa italiana. Nell'Inter dei record militano, tra gli altri, lo zio Giuseppe Bergomi, Aldo Serena, Nicola Berti, Lothar Matthäus. Il tedesco Jurgen Klinsmann arriverà invece l'anno dopo, dando, con Matthäus e Brehme, una matrice teutonica all'Inter di quegli anni.

Gli anni novanta portano gloria all'Inter solo in campo europeo: infatti, mentre in campionato la squadra generalmente stenta, dall'Europa arrivano tre coppe UEFA su quattro finali, di cui due contro le squadre della capitale, la Roma nel 1991 e la Lazio nel 1998.

Intanto, nel 1995, i Moratti tornano alla guida della società, che viene acquistata da Massimo, figlio di Angelo. I risultati però non sono all'altezza degli investimenti del presidente, spesso maggiori rispetto a quelli delle altre squadre: nonostante la presenza di campioni di assoluto valore come Ronaldo, Christian Vieri e Roberto Baggio, la squadra non arriva mai oltre il secondo posto, raggiunto solo nel 1997/98 e nel 2002/03. Nel 1998, in un'annata contraddistinta da forti polemiche sugli arbitraggi, lo scontro diretto è un controverso Juventus-Inter 1-0 del 26 aprile 1998, caratterizzato da una contestata decisione arbitrale riguardo un contatto tra Ronaldo e Iuliano in area bianconera, che provoca addirittura una discussione in Parlamento.

Il 2002 sembra essere l'anno buono per l'arrivo di uno scudetto che manca ormai da tanto tempo: in panchina c'è Hector Raúl Cúper e la squadra è convinta dei propri mezzi. Il sogno però si interrompe all'ultima giornata, il 5 maggio, dopo un campionato condotto quasi interamente in testa: l'Inter perde 4-2 con la Lazio e si fa superare dalla Juventus e dalla Roma; l'anno dopo la squadra si piazza seconda, di nuovo dietro la Juventus, e in campo internazionale raggiunge le semifinali di Champions League, dove viene eliminata nel derby di Milano solo per le reti segnate in trasferta (0-0; 1-1).

Dopo altri anni a corto di vittorie, nella stagione 2004-05, con Roberto Mancini in panchina, l'Inter giunge terza, vince la quarta Coppa Italia contro la Roma e, pochi mesi dopo, la seconda Supercoppa Italiana, vincendo 0-1 a Torino contro la Juventus.

Nella stagione successiva finisce terza, ma viene dichiarata campione d'Italia d'ufficio dalla FIGC a seguito del terremoto dovuto allo scandalo Calciopoli; inoltre vince di nuovo la Coppa Italia, in finale ancora contro la Roma. La stagione 2006-07 si apre con la vittoria della Supercoppa Italiana.

Il 22 aprile 2007 l'Inter conquista il suo 15° scudetto con 5 giornate d'anticipo, stabilendo un record per il Campionato di Seria A che assegna tre punti a vittoria, al termine di una stagione caratterizzata dal dominio incontrastato dei nerazzurri in campionato. Non può però festeggiare il secondo double consecutivo, poichè la Roma si aggiudica la Coppa Italia ai danni dei nerazzurri e la successiva Supercoppa Italiana, battendo l'Inter nel suo stadio. La stagione del centenario si conclude comunque con un nuovo scudetto, il terzo di fila, questa volta giunto all'ultima giornata, respingendo la rimonta sempre della Roma, avversaria unica di questi anni.