Franco Baresi

A 15 anni venne scartato ad un provino dell'Inter, l'esaminatore lo trovò gracile, inadatto e fisicamente inadeguato, preferendogli il fratello Giuseppe. Venne preso invece dal Milan, di cui era acceso tifoso, ed in cui ha compiuto tutta la sua carriera: grazie alla sua perfetta visione di gioco, all'abilità nella fase di impostazione ed all'impareggiabile capacità di guidare il reparto difensivo, è stato, per più di 20 anni, un punto fermo nella difesa milanista.

All'età di diciassette anni debuttò in serie A con il Milan (Verona-Milan 1-2), riuscendo a vincere da titolare fisso lo scudetto del 1979, quello della stella, insieme a compagni come Gianni Rivera e Fabio Capello. Suo primo mentore era stato Nils Liedholm. Nonostante la giovanissima età, tale era già il suo eccezionale valore che, per fargli posto come titolare, Liedholm non esitò a sacrificare in quella stagione un libero di provata esperienza come Ramon Turone, titolare fino al 1978. Franco Baresi quindi, ad appena diciotto anni, si trovò a ricoprire da titolare e con grande autorevolezza il delicatissimo ruolo di libero, proprio nell'anno del decimo scudetto del Milan che segnò l'addio al calcio giocato di Gianni Rivera, con il quale quindi, in quella stagione, si realizzò una sorta di passaggio del testimone come uomo-simbolo della squadra.

Con il Milan Baresi ha conosciuto anche l'amarezza per due retrocessioni in serie B (una per lo scandalo del calcio scommesse) senza alcuna incertezza o tentennamento, ma nel contempo il successo in tre Coppe dei Campioni, sei scudetti, due Coppe Intercontinentali e molte altre importanti vittorie, tra cui tre Supercoppe Europee. Baresi fu il vero leader e capitano della squadra fortissima allenata prima da Arrigo Sacchi e poi da Fabio Capello, che annoverava giocatori del calibro di Marco van Basten, Paolo Maldini, Roberto Donadoni, Ruud Gullit, Frank Rijkaard, Dejan Savićević, Zvonimir Boban, Carlo Ancelotti, Pietro Paolo Virdis, Alessandro Costacurta, Marcel Desailly, Mauro Tassotti, George Weah.

Il capitano del Milan divenne così celebre in Europa e nel mondo per i suoi recuperi impossibili, i suoi lanci perfetti e per le improvvise folate in avanti in grado di ribaltare l'azione in pochissimo tempo. Non gli mancano però anche la tecnica e il tocco di palla; la sua maggiore qualità è stata però la grande visione di gioco, unita alla velocità ed alla potenza fisica. Una curiosità: Franco Baresi è stato anche il capocannoniere della Coppa Italia del 1990, vinta dalla Juventus in finale sul Milan. Manca però, nel suo palmares il pallone d'oro riconoscimento che viene assegnato al miglior giocatore della stagione, ceduto per 39 punti a Marco van Basten nel 1989, e precedendo un altro rossonero, Frank Rijkaard.

In suo onore, al termine della stagione 1996-1997 ed esattamente il 23 giugno, il Milan ha ritirato dalla numerazione ufficiale la maglia numero 6 che gli apparteneva; la fascia di capitano, indossata per quattordici anni, è stata consegnata a Paolo Maldini. Per celebrare il suo addio al calcio il 28 ottobre 1997 il Milan ha organizzato il Testimonial Game "6 PER SEMPRE", evento spettacolo che ha visto una grande festa a San Siro con la partecipazione di numerose stelle del calcio. Dalla stagione successiva al suo ritiro, durante le partite giocate dal Milan a San Siro, molto spesso viene esposta nei settori della curva sud una grande bandiera rossonera che riporta il cognome e il numero dell'ex-capitano.

In 20 stagioni disputate con la maglia del Milan, Baresi ha segnato 31 gol complessivi, 21 dei quali su calcio di rigore. Il suo ultimo gol, peraltro decisivo ai fini del risultato, lo segnò in occasione di Padova-Milan 1-2 del 27 agosto 1995 su assist di George Weah.



Nazionale
Franco Baresi ha disputato anche 81 partite con la nazionale maggiore. Vinse il mondiale del 1982 come giovane riserva di Gaetano Scirea, ma ebbe un difficile rapporto con Enzo Bearzot, che lo vedeva come centrocampista e non lo convocò neppure per i disastrosi mondiali del 1986, preferendogli Tricella e, ancora una volta, il fratello Giuseppe. Il rapporto con la maglia azzurra trovò nuova vita negli anni di Azeglio Vicini, che ne fece un punto fermo della sua nazionale. Baresi fu infatti titolare inamovibile nel ruolo di libero negli Europei dell'88 e nei mondiali italiani del 1990.

Con la nazionale di Arrigo Sacchi, suo ex-allenatore nel Milan, il rapporto fu ottimo; dopo l'accantonamento dell'interista Giuseppe Bergomi, Franco era anche meritatamente divenuto il capitano degli azzurri. Durante i mondiali americani del 1994 sfiorò la grande impresa, con la fascia di capitano al braccio, in finale con il Brasile. Il capitano si infortunò al menisco nella partita contro la Norvegia e rientrò stoicamente nella finale col Brasile 25 giorni dopo l'operazione; giocò una partita sontuosa (la Gazzetta dello Sport gli dette 9) ma sbagliò il primo rigore, afflitto dai crampi, e scoppiò in lacrime dopo la sconfitta degli azzurri.



Allenatore
Ritiratosi dall'attività agonistica, dopo un periodo come dirigente nel Milan, si è avviato alla carriera di allenatore.

Dopo una breve avventura durata solo un mese tra il giugno e il luglio 2002 come responsabile tecnico del Fulham, società della Premier League inglese, dal 2002 allena nel settore giovanile del Milan, dapprima la squadra Primavera, poi, dalla stagione 2006/2007, è l'allenatore della formazione Berretti. Attualmente fa parte della direzione marketing del club rossonero.