Charvalho Amaurì

Nel 2000 partecipa al torneo di Viareggio con la sua squadra brasiliana, il Santa Caterina, e subito impressiona segnando una doppietta all'Empoli. Nel marzo dello stesso anno viene mandato in Svizzera al Bellinzona dove, anche a causa di un infortunio al ginocchio, gioca 5 partite segnando un solo gol[1] e la sua proprietà non viene riscattata.



L'approdo in Italia: Parma e Napoli  Il manager Mariano Grimaldi lo porta così in Italia, dove viene acquistato dal Parma e immediatamente ceduto in prestito al Napoli nel gennaio del 2001 con la cui maglia esordisce in serie A il 14 aprile di quell'anno nella partita Bari-Napoli 0-1, gara in cui gli viene anche ingiustamente invalidato un gol. L'esperienza nel capoluogo campano, seppur breve, è positiva, ed il calciatore realizza il sogno di giocare al fianco del suo idolo Edmundo, siglando il primo gol in Serie A in Napoli-Verona finito 2-0. A fine stagione però retrocede con la società partenopea in Serie B.



Piacenza, Empoli e Messina
 La cattiva situazione economica della società partenopea lo costringe a trasferirsi, nell'estate 2001, al Piacenza dove ottiene solo 7 presenze in A. La stagione successiva inizia ad Empoli, dove però rimane fino a settembre, quando passa al Messina in serie B: ricomincia a prender confidenza con il gol, segnando 4 reti in 23 presenze, ed arriva 13° in campionato.



Chievo
 Nel 2003 torna in serie A a Verona dove avviene la sua consacrazione. La stagione 2005-2006 è la migliore nel Chievo: realizza 11 reti in 37 partite e, grazie alle penalizzazioni seguite a Calciopoli, raggiunge la qualificazione al terzo turno preliminare di Champions League in cui segna 2 reti ai bulgari del PFC Levski Sofia, inutili però per la qualificazione dei veneti alla fase ai gironi. Chiude l'esperienza veronese nel 2006 con 17 reti in 3 campionati.



Palermo
Viene acquistato dal Palermo nell'ultimo giorno della campagna dei trasferimenti del 2006, dopo una lunga e difficile trattativa. Nella prima parte della stagione ha un ruolo fondamentale come attaccante di peso della squadra rosanero, che, grazie soprattutto ai suoi gol, vola in testa alla classifica. Sembra ormai essere destinato a sostituire definitivamente l'ex Luca Toni ma, il 23 dicembre durante la partita Siena-Palermo, in uno scontro con il portiere austriaco Manninger si procura un trauma distorsivo al ginocchio destro con rottura parziale del legamento crociato posteriore e stiramento del collaterale mediale[2].

Solo nell'agosto del 2007 l'infortunio è completamente assorbito e torna a giocare a pieno ritmo con i rosanero, confermandosi ai livelli dirompenti della stagione precedente, prima dello stop. Dopo la vittoria esterna per 1-3 contro l'Atalanta del 16 dicembre, l'allenatore Guidolin lo elogia accostandolo a Drogba.[3]

L'11 maggio 2008 disputa l'ultima partita con la maglia del Palermo, quella persa per 2-0 contro la Sampdoria, da capitano, per la contemporanea assenza dal campo di Barzagli e del suo vice Zaccardo. Chiude la sua esperienza palermitana con 23 gol in due campionati (è il giocatore che ha segnato più gol con la maglia del Palermo in Serie A) ed una qualificazione in Coppa UEFA.

Il 29 maggio 2008 è stato premiato come "Miglior calciatore" ai Golden Goal del calcio 2007/08,[4] dedicando il premio al Palermo la squadra che lo ha consacrato un grande del calcio italiano.[5]



Juventus Il 30 maggio 2008 firma un contratto quadriennale a 3,5 milioni di Euro l'anno più 250 mila di eventuali premi bonus con la Juventus, che lo acquista per 22,8 milioni di euro[6].

Fa il suo esordio ufficiale il 13 agosto 2008, nei minuti finali di Juventus-Artmedia Bratislava 4-0, andata del terzo turno preliminare della UEFA Champions League 2008-2009 e nella gara di ritorno, giocata a Bratislava il 26 agosto, realizza la prima rete ufficiale con la maglia bianconera, rete che fissa il risultato sul pareggio finale 1-1. Il primo gol in campionato lo realizza il 14 settembre contro l'Udinese, gol decisivo per la vittoria.



Nazionale
Mai convocato nel Brasile, intervistato ha detto che, dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana, non rifiuterebbe un'eventuale convocazione in Nazionale[7]. Otterrebbe così, tramite un cavillo della legge, il permesso di poter giocare per la selezione italiana, sfruttando le origini italiane del nonno della moglie.