Alessandro Del Piero

Negli anni della gioventù, un particolare tipo di gol, realizzato con un tiro a rientrare (o a pallonetto) dal vertice sinistro dell'area di rigore verso l'incrocio dei pali più lontano, realizzato molte volte in sequenza di poche partite (nella stagione 1995/96, soprattutto durante la prima fase a gironi in Champions League), è stato contrassegnato dalla stampa e dal pubblico come "gol alla Del Piero", sebbene si trattasse di un colpo realizzato magistralmente da tanti altri prima di lui ed anche dopo questa incredibile sequenza, che è stata determinante per l'attribuzione del suo nome a quel gol, poiché in quel periodo tutti si aspettavano quel tiro, quando si trovava nei pressi del vertice sinistro dell'area di rigore. A parte l'exploit del 1996, in carriera ha segnato poche altre volte in questo modo, anche a causa del progressivo miglioramento delle sue caratteristiche realizzative che gli hanno consentito di giocare più vicino alla porta. Ha segnato recentemente un "gol alla Del Piero" con uno splendido tiro di destro nella partita di andata del preliminare di Champions League, a Torino, contro l'Artmedia Bratislava, partita poi terminata 4-0.


Inizia a giocare nella squadra del suo paese, San Vendemiano, nella Primavera ed anche in prima squadradove, nonostante la giovane età, mette subito in luce la sua bravura, anche se la madre vorrebbe che giocasse in porta, così da sudare di meno e non ammalarsi. Il sacerdote del paese, che funge anche da presidente della squadra, ne parla con alcuni dirigenti del Padova, inizalmente invano a causa delle perplessità dovute al fisico minuto ed esile.

Nonostante le iniziali titubanze viene acquistato dalla squadra patavina e la cifra fissata resta un piccolo mistero di aneddotica: 7 milioni di lire, garantisce Piero Aggradi, allora Direttore Sportivo del Padova, 30 milioni sostengono altri storici.

All'età di 16 anni ha già esordito in Serie B. L'allenatore è Mauro Sandreani che quando ci ripensa dichiara: «Mi fermavo a vederlo giocare come se fosse "un'opera d'arte"»[6].

Gioca negli Allievi e nella partitella di metà settimana gioca contro la prima squadra. I difensori impazziscono e segna quasi sempre. Così, quando si fa male Angelo Montrone, l'idea di sostituirlo con il giovane Del Piero arriva proprio dai giocatori. Dopo due stagioni passate in bilico tra il settore giovanile, arriva così la prima squadra.

Nell'estate del 1993, la Juventus lo strappa ad un Milan un po' tentennante per il prezzo[7], Giovanni Trapattoni lo porta subito in ritiro e si guadagna i primi titoli sui giornali. Viene inserito nella “Primavera” della Juventus allenata da mister Cuccureddu, divenendone subito un leader. Insieme a Fabrizio Cammarata, Christian Manfredini, Lorenzo Squizzi e Jonathan Binotto, guida la squadra alla conquista del prestigioso Torneo di Viareggio e dello scudetto di categoria.

Esordisce in Serie A il 12 settembre 1993, la partita è Foggia-Juventus 1-1 ed entra al 74' al posto di Fabrizio Ravanelli. Sette giorni dopo arriva il primo gol: Juventus-Reggiana finisce 4-0. La domenica successiva firma la sua prima tripletta in carriera.

In quella stagione si divide tra Primavera, con cui vince lo scudetto ed il Torneo di Viareggio, e prima squadra, con la quale esordisce anche in Europa. Nell'estate del 1994 nella Juventus cambiano i vertici, arrivano Giraudo, Bettega, Moggi ed arriva l'allenatore Marcello Lippi.

Nonostante finisca sul mercato, con l'intenzione dei dirigenti di fargli trovare più spazio e ci sia un'offerta di comproprietà al Parma, rimane bianconero.



L'affermazione Lippi gli offre, nella prima annata della sua gestione, l'occasione di proporsi. Gianluca Vialli è il leader di un gruppo affidabile e granitico ed a Roberto Baggio, in ombra a causa di un infortunio, viene preferito proprio Del Piero. Gioca più di Baggio, segna come lui, ma alla fine mette la sua firma sullo scudetto, riportandolo a Torino dopo 9 anni di astinenza, e sulla Coppa Italia.

In quell'annata gioca 50 partite, segna 10 gol e compie il primo passo importante della sua carriera. Debutta anche in campo europeo, nella Coppa UEFA persa in finale contro il Parma ed in Nazionale nel marzo del 1995, realizzando il primo gol in azzurro pochi mesi dopo. Il 13 settembre 1994 realizza il primo gol in Europa, nell'incontro di Coppa UEFA contro il CSKA Sofia terminato 3-2 per la formazione bulgara, la seconda rete bianconera del momentaneo 2-2. Il gol viene poi annullato in quanto la giustizia sportiva europea annulla la partita per posizione irregolare del giocatore bulgaro Petar Mihtarski, assegnando la vittoria per 3-0 a tavolino alla Juventus.

L'anno successivo la Juventus decide di puntare su di lui e lascia partire Roberto Baggio, non senza perprlessità da parte dei tifosi e degli organi di stampa, riguardo al rischio di puntare tutto su un giocatore che aveva ancora molto da dimostrare. All'età di 20 anni si ritrova il numero 10 sulle spalle e guida la Juventus al trionfo in Champions League nella finale di Roma contro l'Ajax, edizione in cui nascono i famosi "gol alla Del Piero". Alla fine della competizione europea ha realizzato ben 6 reti ed è vice-capocannoniere dell'edizione. Vince anche la sua prima Supercoppa Italiana contro il Parma, firmando l'assist del gol di Vialli.

Si classifica al 4° posto nella graduatoria del Pallone d'oro nel 1995 e nel 1996 e la sua popolarità all'estero cresce anche grazie alla vittoria della Coppa Intercontinentale il 26 novembre 1996, contro i campioni sud-americani del River Plate, che lo rende celebre anche in Giappone, dopo il gol da lui stesso segnato. Vince tra le tante cose anche il premio Bravo 1996 - Guerin Sportivo, consegnato al miglior giocatore giovane d'europa.

Nel 1996/97 vince il suo secondo campionato, siglando 8 gol nonostante i tanti infortuni muscolari, la Supercoppa europea, con due gol e due assist nelle nette vittorie contro il Paris Saint Germain, e gioca la seconda finale di UEFA Champions League consecutiva entrando al primo minuto del secondo tempo, mentre la Juventus perdeva 2-0 (Lippi aveva preferito tenerlo in panchina dopo l'ennesimo rientro da un infortunio). Nonostante i bianconeri perdano infine 3-1 contro il Borussia Dortmund, si mette in luce con un bellissimo gol segnato di tacco al volo con il piede mancino[8].

Gioca la stagione 1997/98 ad altissimo livello, chiudendo con 32 gol in stagione di cui 21 in campionato e 10 in Champions League, di cui è capocannoniere, ed uno in Coppa Italia. Con i 32 gol si piazza al secondo posto nella classifica delle reti segnata in una sola stagione nella storia della Juventus dietro a Borel II, primo con 34. Vince il campionato ai danni dell'Inter di Ronaldo, la Supercoppa Italiana e perde ancora la finale di Champions League contro il Real Madrid, giocata in precarie condizioni fisiche a causa di un precedente infortunio. Proprio in Champions è autore del 3° gol più veloce nella storia della competizione, segnando dopo 20.12 secondi nella partita Manchester United-Juventus terminata 3-2 il 1° ottobre 1997.



L'infortunio e l'appannamento L'8 novembre 1998, al 92esimo minuto della partita Udinese-Juventus, si infortuna gravemente al ginocchio sinistro, riportando la lesione dei legamenti crociati anteriori e posteriori che lo costringe a rimanere fermo per 9 mesi, dopo la burrascosa estate con 2 gol in campionato ed uno in Supercoppa Italiana in appena 8 partite giocate. L'episodio fa da spartiacque alla sua carriera, finora ricca di soddisfazioni. La Juventus finisce la stagione con l'abbandono di Marcello Lippi ed al settimo posto in campionato. Ritorna sui campi di calcio nella stagione successiva, con Carlo Ancelotti in panchina, giocando non certo agli stessi livelli a cui aveva abituato in passato, ma conservando la maglia da titolare, anche perché il suo contributo alla squadra rimane sempre di alto livello, come dimostrano i 12 gol stagionali di cui, però, 8 su rigore, gli oltre 20 assist ed una buona serie di partite.

Anche la stagione 2000/01 è vissuta per più della prima metà sottotono; l'allenatore Ancelotti è messo in croce per la sua insistenza nel far giocare il numero 10 bianconero, da molti giudicato un calciatore finito e incapace di tornare a giocare ad alti livelli. Ma un giorno, durante la partita Bari-Juventus del 18 febbraio segna un gran gol che lo porta ad esultare con un pianto liberatorio e una dedica al padre, venuto a mancare pochi giorni prima. È un nuovo spartiacque nella carriera di Del Piero, che gioca un ottimo finale di stagione e da quel momento troverà una grande continuità di gol e rendimento.



La rinascita
  Deve quindi molto a Carlo Ancelotti, che ha gli sempre dato fiducia, tuttavia è sotto la gestione di Marcello Lippi, tornato sulla panchina della Juventus nella stagione successiva, che vive le sue migliori stagioni del dopo-infortunio: vince due scudetti tra il 2001 ed il 2003. Nella stagione 2001/02 insieme al compagno di attacco titolare David Trezeguet fa registrare il record di coppia d'attacco più prolifica d'Europa con 40 gol totali (24 gol il franco-argentino, che gli vale il primato nella classifica marcatori, insieme a Dario Hubner, e 16 gol suoi). In questi due anni vince inoltre due Supercoppe Italiane e sfiora la vittoria di una Champions League, tornando a segnare con regolarità e fornendo prestazioni di caratura mondiale, come aveva abituato prima dell'infortunio del 1998. Gioca inoltre due finali di Coppa Italia, perse rispettivamente contro Parma nel 2002 e Lazio nel 2004.

Il 31 ottobre del 2001, nell'incontro di Champions League perso contro il Celtic Glasgow 4-3, realizzando il gol dello 0-1, segna il 27° gol in campo europeo, superando il record di marcature nelle coppe europee con la maglia bianconera precedentemente appartenuto a Roberto Bettega.

Nella stagione 2004/05 il ruolo di titolare fisso nella Juventus è messo in discussione dall'arrivo di Ibrahimovic e soprattutto Fabio Capello, che spesso lo relega in panchina. In realtà gioca spesso da titolare, ma quello che fa scalpore è la gestione "part-time" che l'allenatore gli riserva: 37 gare da titolare su 43 convocazioni nel 2004/05 con 28 sostituzioni, 25 volte titolare su 46 convocazioni nel 2005/06 con 11 sostituzioni. Inoltre negli scontri più importanti, come quelli al vertice del campionato o in champions league, Del Piero parte quasi sempre dalla panchina, e subentra ancor più raramente. Il posto in Nazionale sembra venir messo in discussione anche dalle buone prestazioni di altri bomber italiani, ma ottiene ugualmente la convocazione per il Mondiale in Germania dato che in questi due anni, nonostante tutto, riesce a segnare 37 gol (di cui 30 decisivi per l'esito della partita) ed a far segnare con assist magistrali i suoi compagni di squadra, memorabile è l'assist fatto in rovesciata per la testa di Trezeguet a San Siro l'8 maggio del 2005 nella decisiva vittoria per l'assegnazione dello scudetto sul Milan per 1-0. In nazionale fornisce ottime prestazioni, arricchite da 2 gol e 7 assist che convincono il c.t. Marcello Lippi a portarlo con se in Germania. Vince i due campionati della gestione Capello e nel 2005/06 è stato il capocannoniere dell'edizione di Coppa Italia con 5 reti.

Grazie alla splendida tripletta realizzata contro la Fiorentina il 10 gennaio 2006, nel ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia, è diventato il miglior marcatore bianconero di sempre superando anche Boniperti.



La Serie B ed il ritorno in A
 A causa dello scandalo Calciopoli, la Juventus si ritrova nella difficile situazione di dover disputare la Serie B e lui è tra i pochi campioni della rosa che non lascia la società (è anzi l'unico campione la cui permanenza non viene mai messa in discussione, a differenza di casi come quelli di Buffon e soprattutto Camoranesi), anche nell'ottica di un possibile futuro da dirigente del club. Per il capitano si presenta la nuova sfida di riportare in massima serie la propria squadra in qualità di campione del mondo appena laureato, esattamente come accadde a Franco Baresi al Milan nel 1982.

All'esordio stagionale, nel secondo turno di Coppa Italia, segna il gol decisivo del 2-1 contro il Cesena, dopo solo 9 secondi dal suo ingresso in campo, stabilendo il suo record personale. Si ripete anche nel turno successivo contro il Napoli ma i suoi 2 gol non bastano alla Juventus per passare il turno.

Sabato 16 settembre 2006 scende in campo per la 500esima partita ufficiale tra i professionisti, di cui 486 con la Juventus e 14 con il Padova. In tale circostanza segna il gol che sancisce la vittoria per 2-1 della Juventus contro il Vicenza, prima vittoria del club torinese nel torneo cadetto ed il 28 ottobre segna il suo duecentesimo gol in maglia bianconera contro il Frosinone, entrando definitivamente nella storia del club torinese.
 Il 20 gennaio 2007, nel corso di Juventus-Bari, taglia un traguardo che solo altri due grandi calciatori del passato, Scirea e Furino, erano riusciti a raggiungere, quello delle 500 partite ufficiali giocate in maglia bianconera. La partita termina 4-2 e celebra il suo record con 1 gol e 2 assist decisivi per Trézéguet e Nedvěd. Gli viene consegnata una targa in onore delle cinquecento partite e il modellino del nuovo modello della FIAT 500 personalizzata per l'importante l'occasione.

Il 19 maggio 2007 la Juventus ottiene la matematica certezza del ritorno in Serie A travolgendo l'Arezzo per 1-5 ed è grande protagonista dell'incontro con 2 reti e 2 assist. Alla fine del campionato, il 10 giugno 2007, i suoi gol in totale sono 21 e gli consentono di vincere il titolo di capocannoniere della serie cadetta.

Il 3 settembre 2007 viene premiato con il Golden Foot 2007, dopo aver ricevuto 30199 voti piazzandosi davanti a Roberto Carlos (29174) e David Beckham (24121).

Ormai bandiera della Juventus il 15 ottobre 2007 rinnova il contratto fino al 2010 con una riduzione dell'ingaggio del 20% il primo anno e del 25% il secondo.

La stagione 2007/08, vede il miglior Del Piero della carriera (forse secondo solo a quello della stagione 97/98), grazie a grandi prestazioni, porta la sua Juventus al terzo posto in classifica e, per la prima volta, vince il titolo di capocannoniere in Serie A con i 21 goal realizzati, che gli permettono di portarsi in testa alla classifica marcatori con una lunghezza di vantaggio sul compagno di squadra David Trezeguet e due sulla rivelazione del campionato, il genoano Marco Borriello.

Sabato 22 marzo, nella partita Inter-Juventus finita 2 a 1 per i bianconeri, raggiunge le 552 presenze con la maglia della Juventus, diventando il calciatore con più presenze nella storia della società bianconera, insieme al leggendario Gaetano Scirea.

Prima dell'ultima partita di campionato annuncia di voler vincere il titolo insieme al compagno di squadra Trezeguet, con cui è a pari punti[9]: dopo aver aperto le marcature della gara contro la Sampdoria, subisce un fallo per cui viene concesso un rigore che, fedele al suo proposito, lascia battere al compagno di squadra che trasformandolo lo raggiunge in vetta alla classifica. Successivamente però, nuovamente atterrato in area, guadagna un nuovo calcio di rigore di cui si incarica direttamente e la cui trasformazione gli vale la vetta solitaria della classifica marcatori.



Il ritorno in Champions League Dopo oltre due anni torna a disputare la Champions League. Il 13 agosto 2008, all'Olimpico di Torino la Juventus affronta i preliminari di Champions League e lui realizza contro gli slovacchi dell'Artmedia Bratislava il gol del raddoppio con un destro a giro sul secondo palo dal limite dell'area[10]. Il 17 settembre 2008, segna contro lo Zenit San Pietroburgo un gol su punizione da 38 metri di distanza che decreta la vittoria dei bianconeri[11].



Nazionale

Nazionali giovanili Viene inizialmente convocato nella Nazionale giovanile Under-17, per poi continuare fino alla Under-21. Con il team del ct Cesare Maldini partecipa alle qualificazioni dei Campionati europei del 1994 e del 1996. I gol realizzati con la maglia dell'Under 21 sono 3.



Nazionale A Nonostante le grandi qualità tecniche, in Nazionale non ha espresso il gioco di cui ha dimostrato di essere capace nella Juventus,non riuscendo mai a essere decisivo. Per questo molti giornalisti sportivi italiani l'hanno fortemente criticato ed è stato al centro di alcuni dualismi durante la sua carriera azzurra, come la "staffetta" Baggio-Del Piero ai mondiali di Francia nel 1998 fino alla presunta incompatibilità con Francesco Totti nella prima metà degli anni 2000.

Esordisce in Nazionale maggiore a 20 anni, il 25 marzo 1995 in Italia-Estonia 4-1.

Il suo primo gol in azzurro lo segna il 24 gennaio 1996 in Italia-Galles 3-0.

Viene convocato agli Europei del 1996 e nella breve avventura degli azzurri conclusasi al primo turno, viene impiegato dal c.t. Sacchi una sola volta e per di più come esterno di centrocampo, senza avere la possibilità di mettersi in luce. Durante la gestione Sacchi, segna i suoi primi 4 gol con la Nazionale maggiore.

Nel 1997 al "Torneo di Francia", organizzato per pre-gustare l'atmosfera mondiale dell'anno successivo, segna 3 gol in due partite contro Brasile (2) e Francia (1), laureandosi capocannoniere del torneo.

Ai Mondiali del 1998 ha l'opportunità di mettersi in luce dopo una stagione brillante con la sua squadra. Il c.t. Cesare Maldini punta su di lui, piuttosto che su Baggio dimostratosi più in forma, ma arriva in condizioni di forma precarie dovute al recente infortunio muscolare contratto durante la finale di Champions League contro il Real Madrid. Lo stato di forma eccezionale di Baggio contribuisce a schierare gran parte della stampa a favore di quest'ultimo.

Durante gli Europei del 2000 viene impiegato come titolare nella partita del girone contro la Svezia, dove segna il gol del 2-1 per l'Italia e fornisce l'assist a Di Biagio per il momentaneo 1 a 0. Nella semifinale contro i padroni di casa dell'Olanda gioca tutti i 120 minuti, sacrificandosi come terzino a causa dell'espulsione di Zambrotta, avvenuta nel primo tempo regolamentare. Nella finale persa contro la Francia entra a partita in corso, due minuti prima che l'Italia passi in vantaggio, contribuendo con il suo ingresso a dare più spinta all'attacco ma sbaglia due incredibili occasioni non finalizzatee davanti al portiere Barthez che avrebbero chiuso la partita. Il giorno dopo la sconfitta si assume le sue responsabilità dichiarando: "Ho sbagliato, e credo che sia giusto ammetterlo alla fine"[12].

Ai Mondiali del 2002 il commissario tecnico Giovanni Trapattoni gli preferisce Francesco Totti, anche in considerazione della propria trasformazione tattica. Contro il Messico entra a metà del secondo tempo e sigla il gol del pareggio, dedicato alla memoria del padre scomparso da poco.

In sei partite delle qualificazioni ai campionati europei del 2004 va a segno cinque volte. Il C.T.Giovanni Trapattoni verrà criticato dalla stampa perché sceglierà lui, nonostante si fosse infortunato durante la stagione al bomber rivelazione del campionato, Alberto Gilardino. Nella competizione giocata in Portogallo scende in campo da titolare, indossando la fascia di capitano, nella gara decisiva contro la Bulgaria vinta 2-1, che però non sarà sufficiente all'Italia per passare il turno, a causa del pareggio 2-2 tra Svezia e Danimarca.

Nel 2006 diviene Campione del Mondo, segnando un gol in semifinale contro la Germania, paese organizzatore dei mondiali, insaccando all'incrocio dopo un'azione in contropiede dell'Italia. Nella finale contro la Francia del 9 luglio 2006 segna uno dei cinque rigori, contribuendo alla vittoria finale.

Nel 2007, dopo una sconfitta per 3-1 in Francia nella fase di qualificazione agli europei 2008, da tempo insoddisfatto per il modo in cui viene impiegato, chiede pubblicamente di non essere più convocato se non per giocare in ruoli d'attacco e non spostato sulla fascia come invece viene impiegato dal c.t. Roberto Donadoni[13], uscendo così, per tutta risposta da parte del c.t. dal giro delle convocazioni. Tuttavia la grande stagione disputata con la maglia della Juventus, condita dalla vittoria in classifica marcatori, lo porta ad essere comunque convocato per gli Europei del 2008.

Inizialmente viene escluso dall 11 titolare che perde per 3-0 la prima partita contro l'Olanda ed entra solo nel secondo tempo. Dopo il disastroso avvio, Donadoni cambia tutto e lo fa giocare titolare come seconda punta accanto a Toni, ed a causa dell'infortunio rimediato in allenamento alla vigilia della competizione da Fabio Cannavaro, eredita la fascia di capitano della selezione azzurra[14] anche se la sua prestazione, in linea con quella di tutta la squadra, è di basso profilo e la partita finisce in parità. Non gioca poi contro la Francia e disputa solo pochi minuti finali dei supplementari contro la Spagna, senza poter tirare il quinto rigore.